Per cercare di mettere al sicuro i propri risparmi, raggruppandoli e poi investendoli, vengono fatte diverse strategie come il piano di accumulo del capitale, ma adesso le cose si fanno sempre più difficoltose a causa di un crollo dei risparmi che è avvenuto in questi ultimi mesi.
Il crollo dei risparmi nel 2023
Secondo un’attenta ricerca fatta dagli analisti della FABI (la Federazione Autonoma Bancari Italiani), c’è stata una variazione negativa giunta alla somma di ben oltre 50 miliardi soltanto in tre mesi compresi tra dicembre 2022 e marzo 2023. Le cose si fanno ancora peggio se si conta lo stesso ultimo mese citato, ma partendo stavolta da dicembre 2021: secondo gli analisti il saldo dei conti correnti è passato da 2.076 miliardi di euro a 2.015 miliardi di euro, ottenendo un calo di ben 61 miliardi. Inoltre dalla ricerca è venuto fuori un incremento dei punti base tra gli interessi passivi (che avevano in precedenza registrato una media dello 0,21%) e quelli attivi (che avevano in precedenza registrato una media dell’1,36%), arrivando ad un risultato troppo sproporzionato rispetto a quello che dovrebbe essere.
Le influenze del carovita sul crollo dei risparmi
Secondo gli analisti della FABI, il carovita ha iniziato a fare erodere le riserve che sono state accumulate dal sistema produttivo, non limitandosi solamente ad invertire la tendenza al risparmio delle famiglie. Inoltre gli interessi sul credito, crescendo in modo graduale, sono arrivati ad un valore di 3,45%: questo valore comprende sia il 3,56% dei prestiti alle imprese ed il 3,34% dei mutui alle famiglie.
I tassi passivi sono rimasti quasi invariati, mentre non si può dire la stessa cosa di quelli attivi: i prestiti alle imprese sono aumentati ad una cifra che ora è pari al 4,33%, mentre quella riguardante i tassi sui mutui alle famiglie hanno raggiunto il 4,36%. La situazione sta creando molta preoccupazione, sperando che sia un problema temporaneo che non porti ad un incremento della crisi.