ChatGPT bloccato in Italia dal Garante della Privacy

ChatGPT ha subito un databreach lo scorso 20 marzo 2023 e questo ha lanciato un campanello d’allarme al Garante della Privacy che il 30 marzo ha provveduto a rilasciare una nota ufficiale in cui richiedeva un blocco immediato della piattaforma in Italia fin quando OpenAI (azienda che ha sviluppato e distribuito ChatGPT) non esporrà (entro 20 giorni) le misure necessarie per attuare quanto richiesto.

Dati trapelati il 20 marzo

Il 20 marzo 2023 OpenAI aveva subito un attacco per la quale erano stati trafugati dati importanti degli utenti, come le conversazioni e i dati di pagamento utilizzati per gli abbonamenti.

Utilizzo per i minorenni

Tra le contestazioni del Garante della Privacy c’è anche la questione legata all’età minima richiesta da ChatGPT per utilizzare il servizio che sarebbe minimo 13 anni, ma OpenAI non utilizza alcun metodo per verificare l’età dei propri utilizzatori.

l’Autorità evidenzia come l’assenza di qualsivoglia filtro per la verifica dell’età degli utenti esponga i minori a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza.

Garante della Privacy

Presenza in Unione Europea

ChatGPT non ha una sede in Unione Europea e anche se ha scelto un rappresentante nello spazio economico europeo dovrà comunque dare riscontro al Garante della Privacy su quanto contestato, entro 20 giorni.

La sanzione per il mancato adeguamento potrebbe essere intorno ai 20 milioni di euro oppure il 4% del fatturato globale annuo.

Nell’attesa di conoscere l’esito gli italiani stanno già cercando un modo per accedere a chatgpt e bypassare il blocco, anche se questo potrebbe non essere molto sicuro per gli utenti stessi.

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