La skincare nasce dalla volontà di mantenere la nostra pelle in salute, tuttavia occorre prestare attenzione alla qualità del prodotto.
La crisi climatica ha spinto la comunità scientifica ad interrogarsi sulle iniziative volte a contrastarla o, per lo meno, ridimensionare i suoi effetti a lungo termine. E’ risaputo ormai che, tra i principali elementi tossici per il nostro Pianeta, rientri sicuramente la plastica e i suoi derivati. Esperti e professionisti hanno quindi analizzato alcuni dei prodotti più utilizzati in commercio, i quali potrebbero accumularsi sul terreno e nell’atmosfera fino a danneggiarla inesorabilmente. A questo proposito, scenderà sicuramente una lacrimuccia sul volto degli amanti del peeling e della skincare: molti scrub corpo e viso contengono, tutt’oggi, polimeri sintetici.
Per garantire la pressione abrasiva del prodotto – pensata appositamente per la rimozione delle cellule morte e per la pulizia profonda dei pori – i laboratori beauty hanno usufruito delle microplastiche. In seguito ai ripetuti appelli degli scienziati, la comunità internazionale ha vietato il loro utilizzo – processo che si concluderà nel 2027, quando verranno categoricamente eliminate dal commercio. Eppure, sembra che alcune aziende continuino ad inserire nelle formule i polimeri sintetici (PEG), così come formaldeidi, composti organo-alogenati, dietil ftalato, sostanze potenzialmente allergeniche e metalli pesanti (nelle confezioni sono state rilevate tracce di composti clorurati).
Gli esperti della rivista tedesca Oko-Test hanno condotto un esperimento su 36 scrub offerti, acquistandone le confezioni presso supermercati, farmacie, rivenditori specializzati e persino negozi tecnicamente biologici. Di questi, diciannove prodotti hanno ottenuto un ottimo punteggio, mentre tre si sono rivelati potenzialmente tossici tanto per il Pianeta quanto per la nostra stessa epidermide. I migliori in commercio sono lo scrub Lidl e Lush, ai quali segue Nivea, Caudalie, Douglas e The Body Shop. I tre peggiori sono Sebamed, Cattier e Burt’s Bees.
In particolare, i primi due contengono tracce di piombo che superano il limite consentito dall’Ufficio federale per la tutela dei consumatori e la sicurezza alimentare (BVL). Tuttavia, la vera sorpresa risiede nello scrub Burt’s Bees. La sua formulazione, di fatto, contiene formaldeide libera e scindibile – una sostanza potenzialmente cancerogena, la quale è stata categoricamente vietata dal commercio. La prova, questa, che la dicitura “bio” non sempre diviene garanzia di qualità e sicurezza del prodotto. E’ importante dunque informarsi sugli articoli beauty, soprattutto se ciò include un’applicazione frequente e quotidiana della formula sulla nostra epidermide.
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