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Ambiente

Dove buttare l’olio della frittura: procedure di smaltimento

Dopo la frittura, l’olio che abbiamo utilizzato va gettato con le giuste accortezze poiché altrimenti andrebbe a costituire un grande spreco. Innanzitutto, è buttarlo nel lavandino oppure nello scarico del bagno è da evitare assolutamente in quanto possono derivarne importanti danni all’impianto di circolazione dell’acqua. Per non menzionare il fatto – poco conosciuto – che gettare l’olio esausto nelle fognature costituisce un illecito, ovvero è illegale.

In realtà l’olio della frittura non è difficile da riciclare, non soltanto disfacendosene ma anche riutilizzandolo attraverso la preventiva trasformazione in olio per candele e lampade, oppure in saponette.

Qualsiasi sia l’uso che si vuol fare dell’olio esausto, vediamo perché è importante smaltirlo correttamente e come procedere.

Perché è importa smaltire l’olio esausto

L’olio fritto è un rifiuto considerato pericoloso e pertanto non può essere gettato come un qualsiasi altro rifiuto ma è necessario rispettare delle procedure specifiche che variano a seconda che si tratti di un’azienda o di un privato.

Infatti, è chiaro che un ristorante, una friggitoria, una paninoteca e via dicendo, utilizzino e consumino quantità di olio superiori rispetto all’olio fritto prodotto dai singoli privati nelle proprie case. Si capisce meglio perché è assolutamente necessario che le norme a proposito dello smaltimento dell’olio esausto vengano rispettate, basta immaginare i danni che ingenti quantità di questo rifiuto pericoloso potrebbero causare al sistema fognario e all’ambiente.

Ma perché l’olio della frittura è considerato pericoloso? In primo luogo, trattasi di un liquido che può raggiungere temperature altissime e di conseguenza, se gettato immediatamente nello scarico del lavandino può causare danni al sistema delle tubature del nostro appartamento e anche dell’intero condominio ove sia questo il luogo di residenza. Restando sulle elevate temperature dell’olio fritto, se non fatto adeguatamente raffreddare può causare ustioni anche a chi si sta occupando di gettarlo via. Quindi, la prima cosa da fare è sicuramente far raffreddare l’olio.

Oltre alle possibili ustioni e danni alle tubature, si deve considerare che l’olio fritto non è organico e neanche biodegradabile. Quindi, la dispersione in acqua andrebbe a formare un velo che funge da scudo per i raggi solari. Pertanto, causerebbe danni all’ambiente. Inoltre, l’olio fritto forma una pellicola sulla falda acquifera e ciò potrebbe rendere non potabile l’acqua.

Smaltire correttamente: dove buttare l’olio della frittura

Come anticipato, la procedura di smaltimento dell’olio fritto varia in base al soggetto produttore del rifiuto. Nello specifico, un’azienda dovrà seguire regole differenti rispetto ad un privato. Ovviamente le quantità di olio esausto prodotte da ristoranti, paninoteche, salumerie e via dicendo, sono molto diverse da quelle prodotte in casa. Vediamo quindi in entrambi i casi dove buttare l’olio della frittura.

Iniziamo dai privati cittadini, appurato il divieto di disfarsi dell’olio esausto gettandolo nello scarico del lavandino e/o del bagno, un altro divieto riguarda il lasciare l’olio accanto ai cassonetti della spazzatura. Il motivo è semplice, come abbiamo spiegato si tratta di un rifiuto pericoloso e perciò non può essere gettato come se fosse un qualsiasi altro rifiuto.

Come fare? Le soluzioni sono due e in entrambi i casi si deve prima raccogliere l’olio usato in un contenitore apposito. A questo punto, è possibile portare di persona il rifiuto all’isola ecologica più vicina: per sapere qual è ci si può rivolgere al Comune. In alternativa, anche i distributori di benzina – anche se non tutti – si occupano del ritiro dell’olio esausto. Entrambe le opzioni sono gratuite.

Per quanto riguarda le aziende, è ovvio che il divieto di disperdere l’olio esausto nell’ambiente valga a maggior ragione, e sono infatti previste delle sanzioni amministrative per chi non rispetta le norme di smaltimento.

Ad occuparsi dell’olio esausto prodotto dalle aziende è il Conoe, ovvero il Consorzio nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti. Nello specifico, esiste una rete di raccolta e dei trasportatori autorizzati a cui è affidato il ritiro dell’olio esausto raccolto in appositi contenitori. Quando il contenitore dedicato è stato riempito, si contatta l’addetto autorizzato al ritiro che provvederà a consegnare l’olio esausto a chi di norma dovrà smaltirlo.

Elisa Cappanori

Laureata in Comunicazione. Appassionata di cinema, musica, letteratura e curiosa di conoscere sempre cosa sta accadendo nel mondo.

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