Era nell’aria da tempo ma ormai c’è l’annuncio ufficiale: Facebook chiude una parte fondamentale del suo social.
Nel corso degli anni, complice anche la nascita e la diffusione di molti altri social network, Facebook ha drasticamente perso terreno diventando la piattaforma social meno interessante tra quelle possedute da Meta.
Proprio per questo motivo l’azienda di Zuckerberg sta cercando di capire in che modo poter arginare il problema per limitare le perdite di follower (e quindi di denaro) che Facebook è costretta a fronteggiare. Per farlo – e farlo in maniera intelligente – Meta ha deciso di andare il più possibile incontro ai gusti degli utenti.
Sia per quelli che continuano a usare Facebook e sia per quelli che potrebbero cominciare a utilizzare Facebook se assomigliasse di più ai social che ormai vanno per la maggiore, soprattutto TikTok. Anche una particolarissima situazione internazionale ha spinto Meta a prendere una decisione drastica e piuttosto radicale che, con ogni probabilità, presto interesserà anche l’Italia.
Per qualche tempo Facebook ha investito risorse economiche allo scopo di favorire la condivisione di notizie sulla piattaforma. L’idea di base era quella di trasformare Facebook in una sorta di rassegna stampa compilata dagli utenti attraverso la condivisione di link o fornita dalle testate giornalistiche e da aziende che si occupano di informazione.
A quanto pare, però, si è trattato di un’intuizione sbagliata. Il motivo è che gli utenti del primo social globale non sono interessati alla condivisione di notizie perché, semplicemente, Facebook non viene utilizzato per informarsi. Al contrario, Facebook viene utilizzato sempre di più come contenitore di intrattenimento. Per questo motivo stanno avendo un grande successo gli shorts, omologhi delle storie di Instagram e devi Video brevi di TikTok.
Stando ai dati, il volume di traffico sulla piattaforma di Facebook che viene generato dalle news condivise da utenti e organi di informazione è soltanto il 3% del totale. Oltre a questo, l’Australia e il Canada hanno cercato di costringere Meta a pagare una piccola cifra per ogni condivisione di notizie prodotte dalla stampa digitale. Lo scopo di questa misura era sostenere economicamente l’editoria digitale pagando con gli introiti di Meta il lavoro de giornalisti e dei professionisti dell’informazione.
Volendo evitare di pagare per questo tipo di contenuti, che comunque non risultano particolarmente interessanti, Meta ha proibito la condivisione di link provenienti da siti di informazione australiani e Canadesi. Questo primo provvedimento ha spinto poi Meta a virare decisamente verso un social newsfree, ovvero quasi completamente privo di notizie.
È stato annunciato infatti che la sezione news di Facebook sarà chiusa in Australia e negli Stati Uniti e che in futuro non verranno più sviluppati strumenti digitali specifici per sostenere le attività degli organi di informazione digitali. La previsione più realistica è che presto questa sezione sarà soppressa in tutto il mondo, e che nessuno ne sentirà la mancanza.
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