Guida dell’Istituto Superiore della Sanità su morsi e punture di insetti: quando allarmarsi

La stagione calda porta con sé un aumento dei casi di morsi e punture di insetti. Vespe, calabroni, api, tafani, zecche, zanzare, pulci, pidocchi, acari, ragni e moscerini: tutti possono essere responsabili di fastidi e disturbi che, nella maggior parte delle occasioni, si risolvono nell’arco di poche ore o giorni. Tuttavia, esistono delle situazioni in cui, come sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), è necessario preoccuparsi.

Il caso più recente che ha acceso i riflettori su questo problema è quello di un bambino tedesco di 9 anni deceduto per uno choc anafilattico seguito alla puntura di un calabrone. Questo tragico evento rappresenta un esempio di come, in rari casi, morsi e punture di insetti possano sfociare in infezioni o reazioni allergiche potenzialmente letali.

Sul suo sito ufficiale, l’Iss fornisce una serie di consigli su come reagire dopo essere stati morsi o punti da un insetto. Tra le indicazioni fornite, si sottolinea la necessità di rimuovere accuratamente il pungiglione dell’insetto e, nel caso di morsi di zecca, l’intera zecca, utilizzando pinzette a punta fine. Si raccomanda inoltre di lavare l’area colpita con acqua e sapone, applicare impacchi freddi per almeno 10 minuti per ridurre il gonfiore e di evitare di grattare o sfregare la ferita, per impedire l’insorgenza di infezioni.

In caso di persistenza o peggioramento dei sintomi dopo 2-3 giorni, se l’area intorno alla puntura diventa gonfia, dolorante o mostra sintomi di infezione, l’Istituto consiglia di consultare un medico.

Infine, l’Iss suggerisce di recarsi immediatamente al pronto soccorso o di chiamare il 118 in caso di reazioni gravi. Tra i sintomi che dovrebbero destare allarme: difficoltà respiratorie, rigonfiamento del viso, della bocca o della gola, nausea o vomito, aumento della frequenza cardiaca, capogiri, senso di debolezza, difficoltà a deglutire e perdita di coscienza.

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