Chiunque viva a New York, o in qualsiasi altra città del mondo, avrà sicuramente notato gli eventi legati al cambiamento climatico che in questi ultimi anni si susseguono con conseguenze catastrofiche. La stessa Italia in questi giorni è spaccata in due, con i devastanti incendi al sud e le forti grandinate al nord.
È chiaro che le conseguenze del cambiamento climatico, come lunghi periodi di caldo torrido e siccità che si alternano a tempeste intense, il tutto affiancato da un generale peggioramento della qualità dell’aria, si ripercuotano anche sulle piante e sulla vita del Pianeta generalmente intesa.
A questo proposito spostiamo la nostra attenzione sul Brooklyn Botanic Garden, ovvero il Giardino Botanico di Brooklyn, noto in tutto il mondo per la grande varietà di piante, alberi e fiori contenuti al suo interno.
Il cambiamento climatico al Brooklyn Botanic Garden
Già prima dei recenti eventi climatici estremi legati al riscaldamento globale, lo staff del Brooklyn Botanic Garden ha realizzato che i periodi di fioritura stavano iniziando a cambiare a causa del riscaldamento globale.
Ad esempio, quest’anno lillà e peonie sono entrambe fiorite prima del previsto, contemporaneamente ai tulipani, che generalmente fioriscono dopo e la cui fioritura nel 2023 è stata altresì molto anticipata rispetto al solito.
In virtù di questi primi cambiamenti che fanno presagire la necessità di intervenire per proteggere le piante, gli esperti del Brooklyn Botanic Garden si preparano al riscaldamento climatico con tutti gli strumenti a loro disposizione.
Ad esempio, le specie più sensibili – generalmente le piante tropicali non originarie degli USA – sono posizionate per lo più nelle serre del Giardino Botanico. Le piante che invece troviamo all’esterno, sono in genere originarie dell’area, oppure molto resistenti e in grado di adattarsi bene sia ai climi caldi che a quelli freddi.
E sebbene molti visitatori potrebbero non notarlo, anno dopo danno il Brooklyn Botanic Garden sta cambiando il posizionamento di numerose specie. Non soltanto cambia la disposizione delle piante in modo da proteggere quelle più a rischio, ma si prevede che saranno necessarie anche modifiche delle modalità di cura e irrigazione degli esemplari.