In pochissimi conoscono questa caratteristica di TikTok che fa tremare tutti gli addetti ai lavori: fate molta attenzione.
Una ricerca della Silicon Valley ha dimostrato che le persone, in media, impiegano circa 3 ore al mese, sommate, per fare delle ricerche su Google, ma ben circa 4 ore e mezza, nella fascia tra i 15 ed i 29 anni, a guardare video su TikTok.
Un dato davvero impressionante che certifica la forza di questa applicazione, un vero e proprio colosso tra i social media che, in pochissimi anni, è riuscito ad esplodere passando dalla “sola” Cina a tutto il mondo. Il merito va ricercato in una serie di fattori che, tuttavia, moltissimi conoscono: uno su tutti, sicuramente, aver puntato tutto sui video, i quali di fatto ormai sono il futuro. Il secondo fattore è sicuramente la velocità, con le immagini che si susseguono senza soluzione di continuità, una dopo l’altra, senza dare il tempo alla persona dall’altra parte di “respirare” ed uscire da questa applicazione.
Il terzo, ma non per questo meno importante, va ricercato nel fatto che, il suo algoritmo, ancora ottimale, tende a spingere tantissimo i contenuti organicamente, un po’ come di fatto Facebook ed Instagram qualche anno fa garantivano, senza dover necessariamente investire in pubblicità.
Proprio riguardo all’algoritmo, che utilizza come sappiamo anche l’Intelligenza Artificiale, c’è un lato oscuro che in pochissimi conoscono e che gli esperti chiamano “enshitting.”
Enshitting TikTok, che cos’è e come funziona?
L’Enshitting è un fenomeno che ciclicamente si verifica in tutti i social network che hanno guadagnato una certa rilevanza e che, quindi, non hanno tanto l’obiettivo di guadagnarsi la fiducia di milioni di persone, quanto piuttosto cercare di monetizzare il più possibile tenendo incollati gli utenti alla piattaforma.
Per questo motivo, accanto ai contenuti correlati che possono interessare all’utente, e che quindi TikTok propone, anche grazie all’utilizzo dell’AI, ci sono anche dei contenuti “pensati” da persone appositamente incaricate dall’azienda stessa, per fare proprio gli interessi del social network.
In questo modo l’azienda potrà, in un lasso di tempo medio-breve, monetizzare di più su di noi, senza che ce ne accorgiamo minimamente.
