Il maltempo di questi giorni ha riportato all’attenzione il problema dell’influenza, che quest’anno è stata particolarmente pesante.
Secondo gli esperti, a causa della scarsa adesione vaccinale molte più persone si sono ammalate di influenza ma anche di virus parainfluenzali, di sinciziale, di polmoniti.
Si parla anche di soggetti giovani che si sono ammalati, e dunque i malanni stagionali hanno colpito anche chi non rientrava nella categoria dei “fragili”. Ecco la situazione secondo i ricercatori e cosa dovremo aspettarci.
I dati diffusi tra gli altri anche da Il Sole 24 Ore parlano chiaro: quest’anno, la stagione influenzale 2023-2024 ha raggiunto il picco più alto a dicembre, ma superando l’incidenza di tutte le precedenti stagioni prese in esame.
I casi stimati sono circa 396 mila, e i numeri si evincono dai bollettini emessi da Influnet, che ogni settimana pubblica i report. Adesso c’è un lieve calo rispetto alla settimana precedente, ma gli esperti invitano a non abbassare la guardia.
Questo anche perché il meteo ha riportato l’Italia in pieno inverno. Le temperature sono scese improvvisamente dopo un annuncio di primavera anticipata, piove e c’è molta umidità, nonché venti forti: condizioni che, notoriamente, espongono maggiormente alle malattie influenzali, respiratorie e parainfluenzali.
Ma secondo gli esperti non si tratta solo di una questione climatica, bensì del fatto che le persone hanno sviluppato quella che è stata definita “esitazione vaccinale“. Sempre secondo gli esperti, la campagna vaccinale di quest’anno (sia contro il Covid che contro l’influenza che inerente all’RSV, il virus sinciziale) è stata fallimentare, e per colpa delle fake news che ruotano attorno agli effetti collaterali dei vaccini, soprattutto di quelli anticovid.
In realtà gli stessi esperti dovrebbero chiedersi come mai la cittadinanza ha perso la fiducia nella medicina e soprattutto nei vaccini. Forse qualcuno si è già dimenticato della violenza con cui i sieri anticovid sono stati inoculati alla popolazione, col ricatto del lavoro. Forse qualcuno si è dimenticato che questi sieri non hanno dato reale immunità e che le persone si sono ammalate lo stesso (per colpa delle varianti?) nonostante due, tre o quattro dosi.
Probabilmente le persone vorrebbero vivere una vita tranquilla, con la consapevolezza che sia meglio non ammalarsi, certo, ma senza l’incubo di continui allarmi sanitari. La politica del terrore, insomma, non ha generato l’adesione che ci si aspettava.
E il risultato è che quest’anno molte più persone hanno preso l’influenza. Malattia che comunque, lo ricordiamo, è assolutamente curabile: in 7 giorni per gli adulti, in circa 10 per i bambini, e con riposo, nonché medicinali sicuri e testati che sono in commercio da molti anni.
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