Il kiwi è il frutto dell’Actinidia deliciosa, una pianta appartenente alla famiglia Actinidiaceae. Nello specifico, il kiwi è una bacca con profilo di commestibilità. Infatti, sebbene sia più opportuno rimuoverla poiché trattata con agenti chimici durante la coltivazione, anche la buccia del kiwi potrebbe essere mangiata.
Il frutto è originario del sud della Cina, dove viene indicato con il termine mihoutao, ovvero “pesche dei macachi”. Il primo impiego alimentare dei kiwi risale al XII secolo, durante la dinastia Song: in quegli anni le pesche dei macachi non venivano ancora coltivate ma erano selvatiche.
Agli inizi del Novecento, la pianta Actinidia deliciosa fu importata in Nuova Zelanda, il cui clima favorevole consentì coltivazioni molto estese di kiwi. Il frutto è giunto in Europa molto di recente: durante il secondo dopoguerra.
Sebbene non sia trascorso neanche un secolo da quando i kiwi sono arrivati in Italia, ad oggi il nostro paese è il secondo coltivatore mondiale del frutto e il primo in Europa: con 523 mila tonnellate prodotte, detiene il 12,2% di share sulla produzione di kiwi nel mondo. Prima dell’Italia solo la Cina con quasi 2,4 milioni di tonnellate; a completare il podio è la Nuova Zelanda con 434 mila tonnellate.
I kiwi vantano proprietà nutrizionali decisamente notevoli, soprattutto in termini vitaminici. Sono perciò dei validi alleati sulle tavole italiane, anche quando utilizzati per la preparazione di dolci e macedonie.
Si consideri che 100 grammi di parte edibile del kiwi contengono complessivamente 61kcal. Il frutto si compone per il 15% di carboidrati (di cui 9g di zuccheri e 3g di fibre); l’1,14% di vitamine, lo 0,5% di grassi, e il restante 83% di acqua.
A rendere il kiwi un frutto straordinario è l’apporto vitaminico. In particolare, la quantità di vitamina C (92,7mg per 100 grammi) rappresenta oltre il 100% della dose giornaliera raccomandata (RDA). La varietà SunGolddel frutto, il cosiddetto kiwi giallo, contiene addirittura il doppio della vitamina C (161,3mg).
Non pecca neanche di vitamine K ed E, per le quali apporta rispettivamente il 38% e il 10% della RDA. Presenti anche vitamine del gruppo A e B, che contengono RDA comprese tra il 2% e il 6%.
Ultima, ma non meno importante, è la presenza di acidi alfa-linoleici (Omega 3), luteina, carotenoidi e zeaxantina.
Nella stagione invernale, la consistente quantità di vitamine contenute nei kiwi si rivela molto utile per contrastare le sintomatologie influenzali e i malanni di stagione. Non solo, i kiwi sono validi alleati anche nella cura di stati infiammatori, ipertensione, malattie cardiovascolari, e nella prevenzione del cancro. Inoltre, contribuiscono ad un equilibrio metabolico funzionale e migliorano la salute della pelle e dei capelli.
Per le loro proprietà nutrizionali, i kiwi vengono consigliati anche nella fase post-mestruale, durante le gravidanze, dopo attività sportive intense, e in tutti i casi in cui è richiesto l’apporto esterno di vitamine, sali minerali e nutrienti.
Considerati tutti i benefici indicati, inserire i kiwi nella propria dieta, salvo ovviamente allergie, è fortemente consigliato. Tuttavia, ogni alimento va consumato nelle giuste quantità.
Una porzione di frutta corrisponde a 150g, circa due kiwi di medie dimensioni. I nutrizionisti consigliano di assumere due porzioni di frutta al giorno, che corrispondono in questo caso a quattro kiwi. Sebbene non vi siano forti controindicazioni, è opportuno non superare le dosi consigliate.
In particolare, dal momento che i kiwi contengono ossalati, una quantità eccessiva potrebbe contribuire alla formazione di calcoli. Per questo motivo i kiwi sono controindicati in presenza di problemi ai reni e cistifellea.
I kiwi rientrano altresì tra gli alimenti da evitare in caso di diverticoli, che potrebbero infiammarsi a causa dei semi del frutto. E ancora, essendo i kiwi ricchi di fibre e venendo utilizzati come rimedio naturale contro la stipsi, i soggetti che al contrario sono più sensibili agli effetti lassativi del frutto potrebbero manifestare diarrea.
Infine, il consumo di kiwi dovrebbe essere evitato in caso di allergia al lattice, poiché il frutto include molecole che sono associate alla cosiddetta “sindrome lattice-frutta”.
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