La ricerca di risparmi è già in pieno svolgimento. Ogni ministero è chiamato a presentare entro il 10 settembre le strategie di riduzione dei propri bilanci. Il target minimo da raggiungere è di 300 milioni, come previsto nel Def, ma si punta a 1,5 miliardi nel prossimo triennio. Il Ministero dell’Economia, guidato da Giancarlo Giorgetti, è in prima linea in questa operazione e si prevede che coprirà quasi la metà del taglio.
Ma questo rappresenta solo una minima parte rispetto ai circa 20 miliardi mancanti per bilanciare la manovra 2024. Di fronte a questa sfida, il premier Giorgia Meloni ha esortato i colleghi di governo a fare molto di più. Non è sufficiente un mero esercizio di maquillage dei bilanci, ma è necessario un esame accurato di tutti i capitoli di spesa, eliminando le misure che non rientrano nel perimetro di azione della corrente maggioranza.
Focus principale del governo è sull’incremento degli sconti fiscali, che solo nell’ultimo semestre sono aumentati del 40%, raggiungendo 740, per un totale di 125 miliardi di euro. Circa 40 miliardi rientrano sotto la competenza di Comuni e Regioni. Il resto (626 agevolazioni per 82 miliardi di euro) è gestito dalle amministrazioni centrali. È qui che la commissione di esperti guidata dal viceministro, Maurizio Leo, intende agire per recuperare almeno 4-5 miliardi di euro.
Il piano in fase di elaborazione prevede un taglio “orizzontale” a tutti gli sconti, con una revisione delle relative soglie di reddito. Allo stato attuale, le agevolazioni diminuiscono a partire da un reddito di 120mila euro fino a cessare completamente a 240mila euro. Il nuovo piano potrebbe abbassare questa soglia a 60 o comunque, non oltre i 90mila euro.
Questo permetterebbe di ottenere risparmi senza alterare sostanzialmente le normative vigenti. Sarebbero comunque escluse dal taglio le agevolazioni per i figli, la casa, la salute, l’istruzione, la previdenza complementare e gli interventi per ridurre il rischio sismico.
Un’altra area di intervento identificata dal Ministero dell’Economia riguarda i bonus edilizi, che a loro volta rappresentano un valore totale di circa 120 miliardi di euro. L’idea è quella di riorganizzare tutti gli incentivi per il settore in modo da bilanciare l’efficienza energetica e la sicurezza antisismica degli immobili con la sostenibilità dei relativi oneri di finanza pubblica e l’equità distributiva.
Il ministro della Salute potrebbe essere costretto a stringere la cintura dato che ha beneficiato negli ultimi anni di finanziamenti straordinari a causa dell’emergenza Covid. Ora che la pandemia è sotto controllo, tutte le misure legate al virus potrebbero essere sottoposte a tagli. Stessa situazione per il settore pubblico. Il ministro Paolo Zangrillo ha già richiesto un incontro con Giorgetti per discutere il rinnovo dei contratti. L’importo necessario sarebbe di almeno 8 miliardi, ma si prevede che sarà difficile raggiungere tale cifra. I sindacati, di conseguenza, sono già in stato di allerta.
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