Dipendenza dai videogiochi: come riconoscere questa malattia che può rovinare la vita di una persona? Ecco a cosa bisogna stare attenti.
Da tempo ormai l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera il «gaming disorder» una delle nuove forme di dipendenza – e dunque di malattia – che caratterizzano il mondo contemporaneo. Gaming disorder è l’altro nome con cui è nota la Video game addiction (VGA) ovvero la dipendenza dai videogiochi.
Come ogni altra dipendenza, anche quella dai videogame può avere un impatto devastante sulla vita quotidiana di una persona, condizionando in negativo non solo la salute psicofisica ma anche il mondo delle sue relazioni familiari, sociali, scolastiche o lavorative.
Medici e esperti non cessano di mettere in guardia contro questa moderna forma di dipendenza, legata chiaramente alle nuove tecnologie. Ma come si fa a riconoscere il gaming disorder e a intervenire in tempo? Ecco i segnali ai quali bisogna prestare attenzione.
I sintomi che manifestano la presenza della dipendenza da videogiochi sono diversi, alcuni sono quelli classici delle dipendenze. A cominciare dalla costante e ossessiva preoccupazione per i videogiochi, che diventano il centro di tutti i pensieri, per non parlare della cosiddetta “tolleranza”. I video game addicted hanno bisogno di un quantitativo di tempo sempre maggiore passato a giocare per raggiungere lo stesso livello di piacere e eccitazione che in precedenza ottenevano giocando di meno.
Altri sintomi caratteristici sono la perdita di controllo (malgrado gli sforzi non si riesce a smettere di giocare e nemmeno a giocare di meno) e di interesse per ogni altra attività che non siano i videogiochi. La persona dipendente dai videogiochi non riesce poi a smettere di giocare malgrado le conseguenze negativa (rottura dei rapporti interpersonali, perdita del lavoro, guai finanziari, ecc.). Altri sintomi, oltre ai comportamenti autodistruttivi, sono la tendenza a mentire a tutti sulla quantità di tempo passato giocando (per nascondere la gravità della propria situazione) e l’uso dei videogiochi per alleviare stati d’animo negativi come ansia, depressione o solitudine.
Quando il gioco diventa una droga il primo passo indispensabile è riconoscere il problema, condizione sine qua non per intraprendere un possibile percorso di cure. Per le quali è fondamentale rivolgersi a chi è in grado di offrire un aiuto professionale. Psicologi, psichiatri e terapisti specializzati in dipendenze comportamentali sono in grado di mettere in campo strategie personalizzate basate sulla terapia cognitivo-comportamentale (TCC), una delle tecniche più efficaci essendo capace di individuare e modificare pensieri e comportamenti che alimentano la dipendenza dai videogiochi.
Altri “step” importanti sono la riduzione graduale del tempo dedicato al gioco (limitandolo a certi orari e a determinate durate) così come la ricerca di attività e passioni alternative al gioco. Cruciale anche la richiesta di sostegno a amici e familiari e imparare a gestire lo stress senza rifugiarsi nel mondo dei videogiochi. Infine è pure importante celebrare i piccoli o grandi miglioramenti: sono le luci che illuminano la via verso la guarigione.
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