La Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso per un nuovo rialzo del costo del denaro. Inevitabilmente, questa decisione avrà delle conseguenze sui tassi di interesse di ogni tipo di finanziamento. Si prevede, infatti, che i tassi di interesse saranno in crescita, e questo ulteriore rialzo riguarderà circa il 25% delle famiglie italiane (6,8 milioni) che risultano indebitate.
Gli italiani in procinto di rivolgersi agli istituti di credito per aprire un conto, chiedere un prestito o un mutuo, dovranno quindi restare informati sul quadro economico generale che include l’aumento del costo del denaro le conseguenze di quest’ultimo sui rendimenti dei conti correnti e sui tassi di interesse dei prestiti.
Mutui, rate in crescita dopo i rialzi della BCE
La Fabi, Federazione autonoma bancari italiani, afferma che stando ai dati in Italia sono 6,8 milioni le famiglie indebitate: cifra che corrisponde a circa il 25% del totale. Di queste, circa 3 milioni hanno un mutuo per l’acquisto di una casa da ripagare. Le restanti quasi 4 milioni di famiglie hanno da scontare un debito con le banche che riguarda altre forme di finanziamento, come i prestiti personali e il credito al consumo.
I tassi di interesse delle banche sono cresciuti in maniera significativa già durante tutto il 2022. Ad oggi, con un ulteriore aumento del costo del denaro che ammonta al 3.75%, sembrano inevitabili nuovi incrementi. Per fare un esempio pratico, acquistare a rate un’automobile da 25 mila euro, considerando un finanziamento decennale con un tasso del 12,7%, potrebbe arrivare a costare oltre 8.200 euro in più rispetto al 2021.
Per quanto riguarda i mutui per l’acquisto di una casa, la situazione cambia a seconda del caso.
Se si considerano i nuovi mutui: le rate dei mutui a tasso fisso raddoppieranno, mentre le rate dei mutui a tasso variabile vedranno un rialzo anche del 50-60%.
Per fare un altro esempio, considerando che il tasso medio applicato dagli istituti di credito di oltre il 5%, un mutuo da 200 mila euro a tasso fisso di 25 anni prevedrà un rimborso mensile pari a 1218 euro.
Per quanto riguarda i mutui già in esistenza, invece, non ci saranno differenze per quelli a tasso fisso, che resteranno invariati. Non si può dire lo stesso dei mutui a tasso variabile, che hanno visto aumenti fino al 65%.
Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha commentato:
L’ennesimo aumento del costo del denaro da parte della Banca centrale europea rappresenta un altro pesantissimo macigno sui prestiti bancari e sull’intera economia italiana. I rischi sono due: un rallentamento molto forte del mercato immobiliare e dell’edilizia e una riduzione molto evidente degli investimenti delle imprese, che frenerà l’occupazione. Come un film già visto, alla decisione della Federal Reserve americana, è seguita la decisione fotocopia della Banca centrale europea.