Quella del babysitter è una delle attività più richieste, tuttavia la cosa si fa molto difficile quando vengono proposti dei salari bassissimi che non consentono alle persone di riuscire ad andare avanti. Lo sa bene una babysitter di Napoli che, recentemente, ha posto questo grande problema a causa di richieste impossibili che le sono arrivate.
Babysitter di Napoli pagata un euro all’ora
Una ragazza di nome Emanuela Calzarano, residente a Pianura, ha denunciato sui social la pessima gestione lavorativa delle persone che vengono assunte per essere sfruttate, dal momento che le è stata chiesto di fare la babysitter per un compenso di un euro all’ora. Queste sono infatti le parole con cui lei si è sfogata:
«Sono stata chiamata per lavorare dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 14.30, per 350 euro al mese, a nero Qui non cercano dipendenti ma schiavi» e, sempre rivolta al gruppo social, aggiunge: «Scusate lo sfogo, ma sono seriamente indignata. Ieri ho avuto un’altra offerta, ancora più assurda: sempre come babysitter, dal lunedì al venerdì dalle 8 del mattino alle 7 di sera, per 400 euro al mese. A conti fatti avrei guadagnato poco più di un euro l’ora. Ho detto al proponente che la sua era un’offerta assurda, e la risposta che ho ricevuto è stata: “beh allora resta a casa”.
L’attacco allo sfruttamento in Italia
L’esperienza della babysitter tuttavia non riguarda solo quest’ultimo lavoro, ma anche altre categorie:
La cosa che più mi avvilisce è che dalla ristorazione alla grande distribuzione ho trovato sempre offerte con paghe simili. In un supermercato di una grande catena commerciale mi hanno proposto 400 euro al mese per un lavoro a tempo pieno. Mi chiedo dove sono i controlli da parte dello Stato? Perché nessuno fa niente per impedire che si verifichino queste situazioni? Lavoro da 10 anni e non so cosa sia un contratto.
Quando l’ho chiesto, le risposte che ho ricevuto sono state sempre le stesse: “Lo facciamo tra poco”; “non ti preoccupare”; “poi vediamo”. Ma il contratto non è mai arrivato. Con 400 euro al mese come si fa a vivere? Oggi fare la spesa costa più di un anno fa, e le bollette sono arrivate alle stelle. Da quello che ho sentito, erano meglio gli anni ’50. Oggi che siamo nel 2023 invece di andare avanti stiamo tornando indietro: è avvilente.»
La vicenda è diventata dibattito politico da parte del deputato del PD Marco Sarracino, il quale ha chiesto che questo caso venga preso come esempio per fare capire i problemi lavorativi presenti in Italia.