La cultura della dieta è ormai un punto fisso della nostra società, siamo quasi ossessionati dalla linea e sperimentiamo regimi alimentari diversi per trovare quello che fa al caso nostro. Molto spesso nel fare ciò non ci rivolgiamo neanche ad uno specialista, finendo per introdurre abitudini alimentari che – lungi dall’aiutarci a perdere peso in modo sano e sostenibile – possono rivelarsi dannose.
La cosiddetta “diet culture”, come viene definita online, ha preso il sopravvento a partire dagli anni 2000, supportata dalla proliferazione di personaggi dello spettacolo che hanno stabilito standard di bellezza ideali e poco sostenibili. Internet e i social media hanno poi contribuito alla diffusione di tali standard, resi ancora più irraggiungibili dall’avvento del photo editing.
Accade quindi che donne e uomini di tutte le età si ritrovino ogni giorno dinanzi a persone dai fisici perfetti (fin troppo per essere reali) e decidano di iniziare una dieta per raggiungere gli stessi risultati.
Negli ultimi anni programmi televisivi, riviste e influencer hanno presentato al pubblico piani alimentari “rivoluzionari” che promettevano di raggiungere il poche settimane il fisico tanto agognato.
Tuttavia, perdere peso in maniera sana e soprattutto sostenibile richiede tempo. Non si può pretendere di vedere risultati straordinari in poco tempo e ci si deve sempre rivolgere a specialisti della nutrizione per un piano alimentare fatto su misura. In ambito medico non si può agire in autonomia, anche per imparare come farsi le punture da soli è opportuno rivolgersi ad un medico o farmacista per farsi indicare come procedere la prima volta. Quindi, sperimentare ogni nuova dieta che debutta online è fortemente sconsigliato.
Padova, direttori del corso di Medicina: il digiuno intermittente fa male
Uno dei numerosi trend della nutrizione comparsi online e in televisione nell’ultimo periodo è il cosiddetto digiuno intermittente. Il digiuno intermittente consiste nel saltare alcuni pasti per trascorrere diverse ore a digiuno, concentrando di conseguenza il fabbisogno calorico giornaliero in un intervallo di tempo più ristretto.
Sulla questione si sono espressi i quattro direttori del corso di laurea in Medicina dell’Università di Padova: Liviana Da Dalt, del Dipartimento didattico Salute Donna e Bambino, Michela Gatta, di Neuropsichiatria Infantile, Eugenio Baraldi, del Dipartimento Salute Donna e Bambino, Giorgio Perilongo, Direttore della Clinica Pediatrica.
I quattro esperti scrivono che:
Il combinarsi di un’enfasi mal posta e soprattutto mal raccontata sulla necessità di evitare l’obesità, e quindi di adottare diete quanto mai varie, a una crescente attitudine narcisistica della nostra società e a un concetto di bellezza il più delle volte ideale, slegato dalla realtà, sta favorendo elaborazioni pericolose e distorte del concetto del mangiare. La conseguenza è un costante aumento dei disturbi alimentari negli adolescenti e in particolare di disturbi anoressici potenzialmente molto gravi.
E parlando nello specifico del digiuno intermittente, i docenti spiegano che:
Il digiuno intermittente è associato in modo scientificamente significativo, specie nelle giovani donne, a disturbi psicopatologici alimentari.
E aggiungono che saltare i pasti:
Corrisponde a deprivare una famiglia di un rito importante, quale è il sedersi insieme la sera attorno alla tavola, con possibili deleterie implicazioni sui figli e sulla famiglia stessa. Non cenare insieme per aderire a diete che prevedono di saltare il pasto serale è al rischio di creare isolamento.