A Padova un delicato intervento chirurgico primo in Italia nel suo genere: si tratta di un doppio trapianto di fegato da due differenti donatori viventi. Non è la prima volta che Padova si distingue per la chirurgia d’avanguardia. Questo nuovo traguardo arriva in seguito ad un trapianto cardiaco con cuore fermo da 20 minuti, che risale all’inizio del mese di maggio 2023.
Padova, doppio trapianto di fegato da viventi: il primo in Italia
Padova continua a fare passi avanti nel campo della chirurgia d’avanguardia. Si tratta di un doppio trapianto di fegato da due differenti donatori viventi: è il primo in Italia nel suo genere. I donatori sono due fratelli, che si sono offerti per salvare la vita della zia malata di tumore. La donna si era già sottoposta a tre cicli di chemioterapia.
La zia 52enne affetta da metastasi da adenocarcinoma del colon è stata salvata dai due nipoti di 28 e 30 anni, dopo che la chemioterapia non aveva più effetto. L’espianto di fegato da due differenti donatori viventi è un importante traguardo per la medicina italiana, ma soprattutto per i due ragazzi che hanno salvato la vita della zia.
Ognuno dei due nipoti ha donato il 25% del proprio fegato per consentire la ricostruzione dell’organo della zia. Il professor Umberto Cillo ha spiegato che per la signora “non erano state sufficienti tre linee di chemioterapia. Per questo abbiamo considerato il trapianto”.
La delicata operazione chirurgica che ha visto la rimozione della parte sinistra dei fegati dei due ragazzi è durata 20 ore e ha visto la partecipazione di oltre 50 professionisti, guidati dal dottor Umberto Cirillo.
Interviene il direttore del Centro Nazionale Trapianti Massimo Cardillo, che spiega:
Questo significativo intervento si inserisce in un programma, il trapianto di fegato da vivente, che è già partito in italia e sul quale è stata già maturata una significativa esperienza. Un tipo di operazione che può essere fatta se si ha un donatore disponibile all’interno della famiglia. In particolare, qui l’innovazione nasce da fatto che l’intervento di prelievo per donazione ha utilizzato due diversi donatori per un singolo paziente. Ciò per minimizzare l’invasività dell’intervento nei donatori e al tempo stesso raccogliere una quantità di tessuto sufficiente per la ripresa funzionale del fegato nel paziente trapiantato.