Vi siete mai chiesti perchè lo Spritz si chiama così? Il motivo è davvero assurdo, ma allo stesso tempo fa riflettere. Ecco perchè.
Chi, almeno una volta nella vita, non ha mai bevuto uno Spritz, il cocktail dell’aperitivo per eccellenza. Non è un caso, infatti, che anche in Italia sia diventato un vero e proprio must per tutti coloro che, dopo una lunghissima giornata di lavoro, vogliono accomodarsi al bar e poi sorseggiare un aperitivo leggero, magari con qualche stuzzichino per “sedare” un piccolo attacco di fame prima di cena.
In moltissimi si chiedono, però, quale sia il significato di questo termine che, chiaramente, non ha nulla a che fare con il nostro paese, sebbene di fatto da ormai tantissimi anni sia diventato, grazie ad alcune modifiche, il vero e proprio aperitivo italiano per eccellenza.
Le sue origini, però, di fatto non lo sono, ma arrivano, al contrario di quello che si può pensare, da un paese confinante. Dietro a questo nome, infatti, c’è una vera e propria storia curiosissima che in pochissimi conoscono e che, allo stesso tempo, fa riflettere davvero tanto. Ecco tutti i dettagli.
Lo Spritz, anche se in pochissimi lo sanno, non è nato in Veneto come molti pensano ma, anche se la città in cui è stato creato è Venezia, il tutto ha a che fare con gli austriaci. Negli inizi dell’800, infatti, questa città era sotto il dominio degli invasori asburgici, con i soldati che, per riposarsi e staccare la spina, volevano andare a bere nelle osterie un buon bicchiere di vino, non trovandone però di particolarmente forti.
Per questo motivo, non trovando nulla che di fatto gradissero a livello di palato poiché, secondo loro, erano un po’ troppi leggeri, chiedevano continuamente ai locandieri dell’epoca un po’ di acqua frizzante, uno “Spritzen”, che in austriaco significa letteralmente “spruzzare“. Proprio da qui arriva una versione, seppur primordiale, di questa ricetta.
Oggi di strada ne abbiamo fatta dal momento che ne esistono davvero tantissime versioni differenti, da quello con l’Aperol al Bitter, passando per il Pirlo bresciano piuttosto che quello con l’Hugo e tantissimi altri che sono stati creati ad hoc. Insomma, una storia davvero lunga tre secoli ma che, allo stesso tempo, ancora oggi è amatissima da milioni di persone.
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