Netflix è la compagnia che ha fondato il concetto dello streaming legale, portando un servizio che è diventato un grande successo in tutto il mondo. Nonostante infatti le piattaforme streaming siano sempre più numerose per cercare di ottenere gli stessi grandi introiti, Netflix continua ad essere quasi sempre al primo posto e solamente Prime Video e Disney Plus riescono ad avvicinarsi un minimo ai suoi risultati. Tuttavia i progetti di Netflix hanno inseguito delle spese molto grandi a causa di investimenti molto ambiziosi e così, per questo motivo, il colosso dello streaming ha aumentato il prezzo dell’abbonamento. La cosa non è andata giù a diversi clienti, ma la piattaforma è immediatamente intervenuta per trovare un’alternativa senza, allo stesso tempo, perdere ulteriori guadagni.
L’alternativa proposta da Netflix riguarda le inserzioni pubblicitarie. Da quando esiste lo streaming sul web, è risaputo che un grandissimo sostegno che permette introiti molto forti è sostenuto dagli sponsor, i quali pagano le piattaforme streaming per potere inserire le pubblicità dei loro prodotti prima o durante la riproduzione dei film o delle serie TV, dal momento che sono visti da milioni di abbonati (in questo modo infatti è nata la fortuna di YouTube). Tuttavia le pubblicità non sono mai state viste di buon occhio dagli spettatori, soprattutto quando queste ultime interrompono la riproduzione dei prodotti. Per questo motivo, pur di differenziarsi, Netflix ha instaurato per anni una campagna marketing che non prevedesse le pubblicità nelle piattaforme. Non che gli sponsor non fossero utilizzati, ma gli accordi fatti con Netflix hanno sempre previsto del marketing venduto al di fuori delle loro proiezioni, attraverso la produzione di gadget o contratti con varie compagnie (come per esempio il recente accordo avvenuto tra Samsung e The Pokémon Company).
Adesso finalmente anche Netflix ha deciso di inserire le inserzioni pubblicitarie, in modo da trovare un compromesso tra i clienti che desiderano un prezzo ridotto e la compagnia che non vuole perdere soldi a causa dei debiti di cui è sommersa. Le pubblicità previste da questa nuova opzione non superano i 5 minuti di durata, i quali vengono sparpagliati prima, durante e dopo la riproduzione delle opere che si scelgono di visualizzare. Tuttavia, proprio a causa di questi ultimi, Netflix ha inserito delle ulteriori limitazioni per chi sceglie di usufruire delle inserzioni pubblicitarie. Alcuni prodotti infatti potrebbero non essere visibili sulla piattaforma a causa dei costi eccessivi per cui Netflix ha speso per la produzione o per avere i diritti di sfruttamento. Inoltre la risoluzione massima prevista per la visione non va oltre i 720 p, mentre non è consentita la riproduzione su più schermi contemporaneamente. Inoltre non è previsto il download dei prodotti Netflix, il quale permette agli spettatori di visionare le opere anche quando non è presente una connessione internet.
Netflix prevede un abbonamento Base che costa 7.99 euro al mese, un abbonamento Standard che costa 12,99 euro al mese ed un abbonamento Premium che costa 17.99 euro al mese. Grazie all’inserimento delle pubblicità, è stato realizzato il nuovo abbonamento che costa 5,49 euro al mese ed è, per il momento, il più economico disponibile sulla piattaforma. Tale abbonamento è disponibile negli Stati Uniti, in Italia, in Regno Unito, in Francia, in Germania, in Messico, in Giappone, in Canada, in Corea, in Brasie e in Australia. Se questi 12 paesi riscontreranno un risultato positivo, Netflix estenderà la cosa aumentando il numero di stati in cui vendere il servizio. Per attivare il servizio, la metodologia è esattamente la stessa, inserendo l’email e la password e selezionando la metodologia di pagamento desiderata al momento della registrazione o del login richiesti.
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