Lo scioglimento dei ghiacciai causato dalle emissioni di gas serra sta diventando un problema sempre più preoccupante con il passare del tempo anche per quanto riguarda i ghiacciai delle Alpi. I dati che sono stati riportati dagli scienziati per quanto riguarda le ricerche fatte nell’ultimo anno sono gravi.
Nell’ultimo report fatto dalle ricerche del Greenpeace e del Comitato Glaciologico Italiano hanno mostrato un avanzamento dello scioglimento dei ghiacciai che è aumentato notevolmente rispetto al decennio scorso:
Il ghiaccio oggi non appare bianco e cristallino, ma si presenta con ampi tratti marrone e grigiastro, ma sempre più scuro per la presenza di polveri, detrito e impurità che si depositano alla superficie e ne limitano il candore. Meno del 15% della radiazione solare viene oggi riflessa dalla superficie glaciale.
Questo vuol dire che l’85% è assorbita dal ghiaccio e concorre alla sua fusione! Valori così elevati non si trovano nei manuali di glaciologia pubblicati fino al 2010! Cosa è successo al ghiacciaio dei Forni e agli altri ghiacciai montani?
Questi dati testimoniano un fenomeno conosciuto come darkening o annerimento dei ghiacciai. Un processo sempre più diffuso sia per cause naturali che per cause antropiche (il particolato o black carbon derivante dalla combustione dei motori diesel, dagli incendi boschivi e dalle attività industriali di pianura).
Utilizzando immagini acquisite da satelliti Landsat tra il 1987 e il 2012, messe gratuitamente a disposizione dalla NASA, è stato verificato che l’annerimento dei ghiacciai è un fenomeno in atto su tutti i 40 ghiacciai del Parco Nazionale dello Stelvio, seppure con diversa intensità.
I ghiacciai in questo modo diventano non solo sempre più grigi ma sono anche più fragili. Infatti, via via che si scuriscono assorbono sempre più radiazione solare e fondono sempre più velocemente.
Valter Maggi, presidente del Comitato Glaciologico italiano, si è espresso sulla situazione attuale legata allo scioglimento dei ghiacciai italiani:
Sono tutti i ghiacciai delle Alpi ad aver subito una perdita di oltre il 50% della loro estensione, e di questa percentuale, circa il 70% è andato perduto nei più recenti 30 anni. Questa tendenza sembra accelerare negli ultimi 15 anni, anche se con modalità e velocità variabili nei diversi settori delle Alpi. Un altro aspetto importante è la frammentazione dei ghiacciai, che stanno passando da un corpo glaciale unico a parti separate.
Le ultime tre campagne glaciologiche (2021, 2022 e 2023) hanno confermato la tendenza trentennale di notevole contrazione dei ghiacciai nel nostro paese, con un massimo di ritiro delle fronti glaciali raggiunto nel 2022, chiamato non per niente l’annus horribilis dei ghiacciai.
Gli esperti hanno anche dichiarato che la riduzione delle riserve idriche nei ghiacciai porterà a nuovi periodi di siccità. In questo modo continuare a bruciare combustibili fossili distruggerà non solo i ghiacciai, ma anche il pianeta.
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