Se c’è un settore determinante per i numeri del nostro PIL, quello è senza dubbio il turismo. Uscito dal periodo indubbiamente complesso del Covid, con l’inflazione e le sue conseguenze, il turismo in Italia sta attraversando un’altra parentesi che, per certi versi, si può definire difficile.
Per rendersene conto, basta rammentare che, fino a oltre la metà di agosto, in diverse località del Bel Paese è stato possibile apprezzare un notevole calo delle prenotazioni rispetto al 2022.
Oltre alle polemiche per i prezzi dei lidi e per gli scontrini, però, c’è uno spiraglio che, dati alla mano, rappresenta un asset prezioso per i numeri del turismo nella penisola.
Se si parla di località extra lussuose, l’Italia può vantarne una vasta gamma e ogni anno sono tanti i turisti provenienti da ogni parte del mondo che scelgono di trascorrerci le proprie vacanze. Ovviamente una simile tipologia di turismo necessita di tutta una serie di servizi – inclusa un’ampia disponibilità di scali aeroportuali dotati di terminal per chi sceglie il jet privato come mezzo di trasporto – per poter competere con altre destinazioni appetibili in questo senso.
Come si stanno muovendo le cose in questo periodo per quanto riguarda l’implementazione del turismo di lusso? Chiara dimostrazione di come l’attenzione sul turismo di fascia luxury in Italia sia alta è il fermento degli investimenti dei grandi gruppi della moda, da Benetton, colosso casual, fino alle controllate di Lvmh, in strutture turistiche di fascia alta.
La zona preferita per queste operazioni finanziarie? Il Salento, in particolare le aree di Ostuni, la meravigliosa città bianca, e Fasano.
Come aumentare il turismo di fascia alta
Gli investimenti da parte di realtà che differenziano i propri business – approccio vitale in un mondo ricco di complessità come quello in cui muoviamo – sono solo il primo passo per cambiare e migliorare la situazione del turismo luxury in Italia.
Gli step successivi prevedono un ragionamento in ottica strategica. Metterlo in atto vuol dire, per esempio, lavorare di orientamento al servizio. Quest’ultimo termine è, infatti, il più adatto da utilizzare nel momento in cui si chiama in causa l’acquisto di un viaggio.
Dal punto di vista della qualità del servizio, il nostro Paese è molto indietro, soprattutto quando si guarda al turismo congressuale e a quello di lusso.
Nonostante questo, il Bel Paese rimane comunque molto apprezzato. Già da prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria, infatti, l’Italia è la prima destinazione per numero di presenze di turisti provenienti dai Paesi extra europei.
La potenza del brand Italia all’estero
Il turismo di lusso in Italia, nonostante le oggettive criticità, sta vivendo un momento d’oro. A livello internazionale, il nostro Paese ha una quota di mercato pari al 25% ed è preceduta, a livello mondiale, da Francia, Germania e Regno Unito (dati riguardanti il 2020).
Nonostante il brand del Bel Paese abbia una reputazione decisamente migliore all’estero in confronto al sentiment che regna entro i confini nazionali, ora del 2024 si prospetta un aumento del 26% delle entrate derivanti dal turismo di lusso interno, grazie anche alle campagne che, ormai da diversi anni, valorizzano l’eccellenza dell’italianità intesa come sinergia tra arte e genuinità.
Per quel che concerne, invece, quello internazionale, le previsioni per le entrate sono pari al 31% (ancora una volta, il limite è il 2024).
Cosa vuole il viaggiatore di lusso
Il turista che acquista un viaggio di fascia alta in Italia – e non solo – è sempre più alla ricerca di soggiorni all’insegna dell’ecosostenibilità. Ad attrarlo sono ovviamente gli hotel a cinque stelle, che devono garantire, oltre all’attenzione all’ambiente, anche ambienti dove domina la tecnologia avanzata.
Sono soprattutto i turisti che arrivano dall’estero a scegliere questo tipo di strutture. Nel 2021, hanno rappresentato quasi il 60% delle presenze negli hotel di fascia luxury, con una permanenza media presso le strutture pari a 3 giorni.